Io. Io Chi?

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Istituto comprensivo di San Vero MilisAnno scolastico 2017/2018ORIENTAMENTO FORMATIVOAllegato n 1ATTIVITÀ LABORATORIALIper gli alunni delle classi ponte scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I gradoIO. IO CHI?Percorso di orientamento formativoscuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo gradoFunzione strumentale “Coordinamento e gestione delle attività di orientamento”Prof.ssa Noemi Collu

PREMESSAAlcune delle seguenti attività laboratoriali sono liberamente ispirateal progetto “Il paese che sono io”, mostra di fotografie, ritratti eparole promossa da Fondazione Peideia e Museo nazionale delcinema. Potete visitarlo a questo link: www.ilpaesechesonoio.itOgni docente e/o ogni team docente potrà utilizzare il materiale propostoin maniera del tutto autonoma e personale ognuno secondo le propriecompetenze.

SCUOLA DELL’INFANZIA

ATTIVITÀ LABORATORIALI PER LA SCUOLA DELL’INFANZIA1. IO ALLO SPECCHIOINTRODUZIONE DELL’ATTIVITÀL’Attività viene introdotta dalle maestre e dallo specchio.“Specchio, specchio delle mie brame!”I bambini vengono invitati a rispondere a questa domanda. .Ma perché la regina di Biancaneve si guardava sempre allo specchio? I bambinirispondono A cosa serve uno specchio? Ogni bambino viene invitato a dare la sua risposta.Si può provare anche a giocare e mimare la filastroccaFILASTROCCA DELLO SPECCHIOSpecchio, specchio trasparenteSon qualcuno o sono niente?Specchio, specchio luminosoSon qualcuno o sono un coso?Specchio, specchio CristallinoSon qualcuno o son pulcino?Specchio, specchio dei miei giochiQuattro anni non son pochi?(Roberto Piumini)Giochi allo specchioI bambini cominciano con il vivere un’esperienza ludica davanti allo specchio, attraversouna serie di giochi. Ogni bambino passa a turno davanti ad uno specchio a parete, e improvvisa giochimimici (gesti e posizioni del corpo) in maniera spontanea. Il gioco precedente si ripete invitando i bambini a fare boccacce allo specchio; siregistrano le reazioni dei compagni. Ogni bambino davanti ad uno specchio piccolo da tavolo guarda il proprio volto.Guardando al sua immagine riflessa esplora la sua faccia con la mano, poi con un

dito soltanto. Con il dito gioca a percorrere il contorno del suo viso, lo spazio diocchi, naso e bocca. Il bambino cerca di esprimere le emozioni provate nelripassare la superficie riflessa nello specchio con il suo dito. Ogni bambino traccia il proprio volto sulla superficie di uno specchio con i coloria dito per far, poi, aderire un foglio alla tempera e trasferire, così dopo pochisecondi, l’immagine dallo specchio alla carta. I bambini sono invitati a disegnare il proprio autoritratto con diverse tecnichegrafiche e/o manipolative. Nel momento del circle time si mostrano i vari autoritratti realizzati dai bambini.Provano a descriversi, dicono qualcosa di sé in maniera assolutamente spontanea.L’insegnante può aiutare i bambini invitandoli a completare la frase: «Questo sonoio, mi presento » Si osservano le reazioni dei compagni.2. IO IN UNA FOTOGRAFIAL’immagine riflessa allo specchio, e non solo quella, può essere fotografata.Il gioco del selfiePer i bambini è semplice ed immediato l’utilizzo della macchina fotografica digitale odello smartphone.I bambini si scattano le foto e le commentano.In seguito si lavora sulle stampe fotografiche. Ai bambini si chiede di descriversi e . Osservare le fotografie e dire che cosa rappresentano, restando fedeliall’immagine reale. Verbalizzare che cosa racconta ogni fotografia. Esprimere che cosa si prova: «Ti rende felice o triste? Che altre emozionisuscita?» Cercare le parole “precise” per esprimere le emozioni davanti alle immagini. Scegliere la fotografia più bella della loro esperienza, una sola, da ingrandire elasciare appesa alla parete della sezione.Ma? Siamo sempre stati così, forse no, anzi no!Allora mettiamo insieme le foto di quando eravamo piccoli.I bambini vengono invitati a portare a scuola le fotografie di quando erano più piccoli. Siosservano si analizzano le differenze non soltanto a livello fisico, ma si riflette su ciòche ancora non si sapeva fare e che invece ora si sa fare, ma c’è anche altro da imparare:cosa si imparerà il prossimo anno alla scuola primaria!

SCUOLA PRIMARIA

ATTIVITÀ LABORATORIALI PER LA SCUOLA PRIMARIA CLASSE PRIMA1. RITRATTI A PAROLE DAVANTI ALLO SPECCHIOI bambini vengono invitati a portare ognuno lo specchietto “della mamma” e avvicinarsi ad essoinizialmente in maniera ludica giochi mimici a coppie o singoli davanti allo specchio; le boccacce nello specchio, le reazioni degli altri; osservazione di se stessi in prospettive diverse: visione dall'alto, dal basso, da dietro(con l’aiuto di un doppio specchio).In una fase successiva i bambini scoprono risorse narrative per parlare di sé davanti allospecchio. Ognuno si fissa e si osserva e riflette su se stesso. L’insegnante incalza con una seriedi domande: Chi vedi? Conosci la persona dello specchio? Che cosa sai di lui? Che cos ama fare, che passioni ha? Che cosa detesta? Che cosa ti piace di lui, che cosa non ti piace? Conosci la sua storia?L’insegnante registra (verbalizza) i discorsi dei bambini davanti allo specchio2. RITRATTI DAVANTI ALLO SPECCHIOUno dei modi migliori per prendere consapevolezza di sé è la realizzazione dell’autoritratto.Osservare la propria immagine allo specchio e provare a trasferirla su carta, innesca un processodi riflessione autobiografica che porta il bambino a compiere delle scelte grafiche che in qualchemodo lo rappresentino.Nella realizzazione del proprio autoritratto il bambino di sei anno metterà tutto il suo essereindividuo, a partire dal segno grafico, innato e personale, proseguendo poi con la scelta dei coloried infine con l’aggiunta di particolari e dettagli che saranno espressione del suo carattere, dellasua indole e dei suoi gusti personali.Per “sciogliere il ghiaccio” prima dell’attività si potrà giocare con la filastroccadell’autoritratto.

PER FARSI UN AUTORITRATTOMetti te stesso davanti allo specchio,come la luna si specchia nel secchio.Guardati bene, guardati attento,l’autoritratto si fa in un momento.È lungo il tuo viso? È largo? Rotondo?Allora disegna il cerchio del mondo.E gli occhi? Il naso? Hai capelli all’insù?Dì alla matita di farne di più.Guardati ancora, più giù, fino al mento:è l’autoritratto di un viso contento.(Mela Cecchi)I lavori realizzati dai bambini potranno essere inseriti in cornici colorate ed affissi nell’aulaquale traccia della loro presenza nel mondo. L’attività potrà essere approfondita con la verbalizzazione di commenti e scambi diidee da parte di tutti i bambini coinvolti.

ATTIVITÀ LABORATORIALI PER LA SCUOLA PRIMARIA CLASSE QUINTA1. LO SPECCHIO “RIFLETTENTE” E LO SPECCHIO “PARLANTE”I bambini di dieci/undici anni hanno già consolidato una propria consapevolezza della loroidentità che, però, è ancora in fase evolutiva, per cui ancora malleabile e modificabile.L’attività dello specchio “riflettente” e dello specchio “parlante” si articola in due fasiben distinte, inizialmente lo specchio materiale diventerà lo strumento che permetteràdi aprire una finestra sul proprio essere, che il bambino esplorerà individualmente;successivamente, lavorando in coppia, ogni bambino diventerà lo “specchio” dell’altro,quindi lo specchio “parlante” verbalizzerà ciò che vede davanti a sé. Nella descrizionefatta dallo specchio “parlante” ci si potrà riconoscere oppure no, sarà in ogni caso spuntodi riflessione introspettiva.-Prima fase: Lo specchio “riflettente”Gli alunni sono invitati a guardarsi allo specchio e a descrivere fisicamente la loroimmagine riflessa, successivamente sono invitati a “riflettere” su se stessi e atirar fuori ciò che lo specchio non può vedere: desideri, sogni, ma anche paure,incertezze, considerazioni sulle proprie capacità e suoi propri punti deboli.Gli alunni saranno invitati a verbalizzare i loro pensieri e successivamente potràessere effettuata un’analisi delle criticità e, con l’aiuto degli insegnanti, potrannoessere individuate le soluzioni per affrontare le difficoltà, le ansie e le paure checaratterizzano ognuno di noi.-Seconda fase: Lo specchio “parlante”Gli alunni sono invitati a lavorare in coppia. Le insegnanti faranno attenzione adevitare abbinamenti che potranno essere caratterizzati da difficoltà nellareciproca interazione.A turno i bambini diventano specchio l’uno dell’altro. L’attività potrà esserecondotta in forma ludica ad esempio enunciando la frase “Specchio, specchioparlante, dimmi chi vedi innanzi a te?”Lo specchio parlante sarà quindi invitato a descrivere il compagno che ha difronteinizialmente dal punto di vista fisico e successivamente farà un’analisi del suocarattere, delle sue capacità e dei suoi punti di debolezza.In questo modo, per ogni bambino, potranno venire fuori aspetti non consideratiprima, o sui quali non si era data la dovuta importanza, ma che possono far capirequale idea diamo di noi nell’altro e che potranno essere, pertanto, spunto per unariflessione introspettiva su se stessi.

2. LA SCATOLA D’IDENTITÀLe riflessioni e le scoperte scaturite dall’attività precedente potranno essere sintetizzate nella“Scatola d’identità”. La scatola d’identità diventerà la versione tridimensionale della cartad’identità.Ogni bambino realizzerà la sua scatola personale che diventerà la rappresentazione di sestesso, attraverso ciò che si è appartenuto e si appartiene, ogni bambino sceglierà la suatipologia di scatola (di cartone, di metallo, trasparente ) e già questo sarà indicativo dellapersonalità del bambino.All’interno potrà essere ospitato il proprio autoritratto, piccoli tesori, piccoli segreti da nonmostrare e conservare gelosamente, piccoli oggetti che raccontano la storia passata, i ricordipiù belli, mini libri in cui ci si racconta, oggetti e/o immagini che rappresentino i propri interessi,i propri sogni, senza dimenticare le ansie e le paure.Ogni scatola sarà unica e diversa dalle altre, come unico e diverso è ogni bambino, non ci saràbella o brutta ed ogni elaborato sarà irripetibile.

SCUOLA SECONDARIA di i GRADO

ATTIVITÀ LABORATORIALI PER LA SCUOLA SECONDARIA CLASSE PRIMA1. LO SPECCHIO “RIFLETTENTE” E LO SPECCHIO “PARLANTE”I bambini di dieci/undici anni hanno già consolidato una propria consapevolezza della loroidentità che, però, è ancora in fase evolutiva, per cui ancora malleabile e modificabile.L’attività dello specchio “riflettente” e dello specchio “parlante” si articola in due fasiben distinte, inizialmente lo specchio materiale diventerà lo strumento che permetteràdi aprire una finestra sul proprio essere, che il bambino esplorerà individualmente;successivamente, lavorando in coppia, ogni bambino diventerà lo “specchio” dell’altro,quindi lo specchio “parlante” verbalizzerà ciò che vede davanti a sé. Nella descrizionefatta dallo specchio “parlante” ci si potrà riconoscere oppure no, sarà in ogni caso spuntodi riflessione introspettiva.-Prima fase: Lo specchio “riflettente”Gli alunni sono invitati a guardarsi allo specchio e a descrivere fisicamente la loroimmagine riflessa, successivamente sono invitati a “riflettere” su se stessi e atirar fuori ciò che lo specchio non può vedere: desideri, sogni, ma anche paure,incertezze, considerazioni sulle proprie capacità e suoi propri punti deboli.Gli alunni saranno invitati a verbalizzare i loro pensieri e successivamente potràessere effettuata un’analisi delle criticità e, con l’aiuto degli insegnanti, potrannoessere individuate le soluzioni per affrontare le difficoltà, le ansie e le paure checaratterizzano ognuno di noi.-Seconda fase: Lo specchio “parlante”Gli alunni sono invitati a lavorare in coppia. Le insegnanti faranno attenzione adevitare abbinamenti che potranno essere caratterizzati da difficoltà nellareciproca interazione.A turno i bambini diventano specchio l’uno dell’altro. L’attività potrà esserecondotta in forma ludica ad esempio enunciando la frase “Specchio, specchioparlante, dimmi chi vedi innanzi a te?”Lo specchio parlante sarà quindi invitato a descrivere il compagno che ha difronteinizialmente dal punto di vista fisico e successivamente farà un’analisi del suocarattere, delle sue capacità e dei suoi punti di debolezza.In questo modo, per ogni bambino, potranno venire fuori aspetti non consideratiprima, o sui quali non si era data la dovuta importanza, ma che possono far capirequale idea diamo di noi nell’altro e che potranno essere, pertanto, spunto per unariflessione introspettiva su se stessi.

2. IO COME OPERA D’ARTELe riflessioni e le scoperte scaturite dall’attività precedente potranno essere trascritte ediventare lo sfondo del proprio ritratto.Nella storia dell’arte sono numerosi gli esempi di artisti che si sono ritratti anche più voltenell’arco della loro vita con lo scopo preciso di una introspezione interiore che avesse però avviodall’analisi attenta della propria esteriorità.Fra gli esempi più noti possiamo ricordare Vincent Van Gogh e Frida Kahlo, i due artistiaccomunati dall’esperienza della solitudine e della sofferenza dipingono il loro autoritratto conmotivazioni contrastanti. Il primo si ritrae con il preciso intento di volersi conoscere, di scrutareil suo intimo travagliato, vuole entrare in contatto con se stesso e confrontarsi con la propriaidentità. Al contrario Frida Kahlo, come spiega lei stessa: «Dipingo autoritratti perché sonospesso sola, perché sono la persona che conosco meglio». L’artista, infatti, sicura del suo esserepersona, della sua dignità, della sua unicità, usa la pittura come mezzo per raccontarsi, percomunicare le sue sensazioni, i suoi sentimenti, i suoi stati d’animo, la sua disabilità.Gli alunni vengono invitati a portare in classe una loro fotografia che dovrà essere scelta conparticolare cura, la foto dovrà caratterizzarli non soltanto dal punto di vista fisico, ma dovràanche evidenziarne interessi o particolarità caratteriali.In seguito con la carta da lucido e le matite colorate i ragazzi tracciano i tratti essenziali dellaloro foto colorando solo le ombre con un unico colore o modulando più sfumature della stessatinta per un effetto monocromatico. Anche la scelta del colore sarà del tutto personale eindicativa dell’identità di ognuno di loro.Le immagini realizzate saranno incollate sui testi prodotti durante la precedente attività, perottenere così un’opera che sia traccia non solo grafica di un percorso di autoanalisi e conoscenzadi sé.

io, mi presento » Si osservano le reazioni dei compagni. 2. IO IN UNA FOTOGRAFIA L'immagine riflessa allo specchio, e non solo quella, può essere fotografata. Il gioco del selfie Per i bambini è semplice ed immediato l'utilizzo della macchina fotografica digitale o dello smartphone. I bambini si scattano le foto e le commentano.