Filosofia E Medicina Nel Pensiero Tedesco Contemporaneo

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KARL JASPERSPERDERSI PER RITROVARSI1NAUFRAGIO DELL’ESISTENZA E CIFRE DELLA TRASCENDENZACopyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi2KARL JASPERS(1883-1969)Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi3La vita e le opereCopyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi4 Karl Theodor Jaspers nasce nel 1883 aOldenburg, non lontano dal Mare delNord [«Sono cresciuto con il mare»],da una famiglia di agiate condizioniborghesi, «educato dal padre all’amoredella verità, della fedeltà e del lavoro»,ma anche al di fuori di ogni influenzadel cristianesimo ecclesiastico.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi5 Fin da giovane seriamente malato(di bronchiettasia polmonare einsufficienza cardiaca), egli studiadapprima giurisprudenza aHeidelberg e Monaco (dove prendeanche lezioni di grafologia daLudwig Klages [1872-1956]),quindi medicina a Berlino,Gottinga e Heidelberg, dove silaurea nel 1909.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi6 Nel 1910 sposa Gertrud Mayer (1879-1974),ebrea, che gli sarà per molti anni fedelecompagna di vita e di lavoro.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi7 Specializzatosi in psichiatria, lavora dal1910 al 1915 come assistente del neurologoFranz Nissl (1860-1919) nella clinicapsichiatrica di Heidelberg.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi8 Grazie all’opera AllgemeinePsychopathologie (1913)(Psicopatologia generale),ancor oggi considerata untesto di grande importanza,ottiene nello stesso anno lalibera docenza in psicologiacon Wilhelm Windelband(1848-1915).Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi9 In essa, mettendo a frutto ilmetodo fenomenologico diEdmund Husserl (1859-1938),egli presenta la psicopatologiacome una parte della psicologia.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi10 Fondatore dellapsicopatologia come scienza,Jaspers si occupa deiproblemi metodologicirelativi allo studio dellemanifestazioni morbosedella psiche.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi11 Contro la tendenza ancoradominante nella psichiatria aridurre la patologia psichiatrica aspiegazioni organicistiche, eglipropone il metodo husserlianocome strumento con il quale lopsicopatologo dovrà cercare diriattualizzare in sé, rivivendoli, glistati d’animo vissuti dal malato.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi12 La psicopatologia viene affrontata,pertanto, come studio della persona perraggiungere il “chiarimentodell’esistenza” (cfr. oltre), che noncoincide con la conoscenza scientificadella psiche. Lo psicopatologo devecollocarsi sullo stesso versante delpaziente, rinunciando a guardare aglistati di quest’ultimo dalla propriaprospettiva di indagatore.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi13 Riprendendo da Wilhelm Dilthey (1833-1911)la distinzione tra ‘spiegare’ (erklären) e‘comprendere’ (verstehen), Jaspers attribuisceallo psicopatologo il compito primario di‘comprendere’, ossia di interpretaredall’interno la vita psichica altrui,immedesimandosi con essa.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi14 In psicopatologia non si trattaquindi di ‘spiegare’, cioè diricondurre a leggi universali enecessarie un materiale empiricoa cui si è indifferenti; si trattainvece di ‘comprendere’, dipenetrare con l’intuizionenell’anima di malati (i quali sonol’uno diverso dall’altro), diriuscire ad accedere al senso diqueste esistenze.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi15 Jaspers ritrova la lezione diSøren Kierkegaard (1813-1855),ma non giunge a questoincontro per vie libresche oaccademiche: è l’incontro conindividui sofferenti, con lamalattia mentale, anche con lafollia, la base di esperienza a cuitutta la sua filosofiadell’esistenza attingerà.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi16 In Jaspers osserviamo unacaratteristica importante ditutta la filosofiaesistenzialistica: essa vuoleessere una filosofia delconcreto, che valorizzi la vita el’esperienza quotidiana,persino nei loro aspetti piùbassi e disturbanti.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi17 Dopo la Psicopatologia generale,Jaspers, specializzatosi inpsicologia, si porta gradualmentesul terreno della filosofia,sforzandosi di costruire un nuovosapere filosofico, che sappia darconto dell’esistenza umana.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi18 Diventato, infatti, nel 1916 professore dipsicologia a Heidelberg (grazie all’operasulla psicopatologia), Jaspers pubblica nel1919 la Psychologie der Weltanschauungen(Psicologia delle visioni del mondo ), chesegna il suo definitivo passaggio allafilosofia.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi19 In questo libro egli intendecomprendere la vita psichica e le suemanifestazioni, facendo riferimento aisuoi “orizzonti estremi”, cioè quellesituazioni-limite (il dolore, la lotta, lamorte, la disgrazia, la colpa) in cui leforme fisse e irrigidite della vita sisciolgono per lasciare scorrere e fluirele sue “forze ultime”.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi20 Martin Heidegger (1889-1976),con il quale inizia un’amicizia, poiinterrotta nel 1933, scrive una lungarecensione critica di tale opera,senza però pubblicarla.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi21 Il testo jaspersiano, considerato damolti l’atto di nascitadell’esistenzialismo tedesco,rappresenta la conclusione del processoche lo ha portato a maturare una sceltapiù esplicitamente filosofica e che siconclude con la sua nomina aprofessore ordinario di filosofia nellastessa Università di Heidelberg (1922).Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi22 Gli interessi di natura filosofica sonostati favoriti dall’incontro, nel 1909, conMax Weber (1864-1920), consideratocome proprio maestro, cui dedicherà nel1932 un saggio;Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi23 ma anche da approfondite e varieletture: autori, come Platone, Plotino,Cusano, Bruno, Spinoza, Kant,Schelling, Hegel, sono di importanzafondamentale per il giovane studioso,che, però, soprattutto in Kierkegaarde Friedrich Nietzsche (1844-1900)scopre coloro che ispireranno la sua‘filosofia dell’esistenza’.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi24 Il nuovo sapere filosofico nondovrà essere teorico, ma mirerà atrasformare l’interiorità dellostesso ricercatore e ad aprirne leinfinite possibilità. Infatti, ilfondo misterioso di ciascuno dinoi è “la possibilità di essere”,dunque la libertà.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi25 Fonte privilegiata per attingere atale fondo è il confronto conindividui d’eccezione, soggettimarginali, sul limite o oltre illimite della follia, come lo scrittoresvedese August Strindberg(1849-1912) e il pittore olandeseVincent Van Gogh (1853-1890)(ma anche i già citati filosofiKierkegaard e Nietzsche).Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi26 Ai due artisti Jaspers dedicanel 1922 l’importante libroStrindberg und Van Gogh(Genio e follia. Strindberg eVan Gogh).Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi27 Del 1923 è Die Idee der Universität(L’idea dell’università), più volteriedita. Nel 1931 egli pubblica unfortunato libello Die geistigeSituation der Zeit (La situazionespirituale del nostro tempo).Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi28 Del 1932 è l’esposizione sistematica della filosofiadell’esistenza: Philosophie (Filosofia), opera in tre volumiintitolati, rispettivamente, Philosophische Weltorientierung(Orientamento filosofico del mondo), Existenzerhellung(Chiarificazione dell’esistenza), Metaphysik (Metafisica).Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi29 Nonostante le difficoltà con il regimenazionalsocialista (la moglie, come sappiamo, èebrea), egli pubblica varie opere: il già citatoMax Weber (1932), Vernunft und Existenz (1935)(Ragione ed esistenza);Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi30 Nietzsche. Einführung in dasVerständnis seines Philosophierens(1936) (Nietzsche: introduzione allacomprensione del suo filosofare);Descartes und die Philosophie (1937)Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi31 e Existenzphilosophie (Filosofia dell’esistenza),del 1938, anno in cui il governo hitleriano gliproibisce di continuare a pubblicare.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi32 Già nel 1937, messo di frontealla scelta di divorziare dallaamatissima moglie, Gertrud,perché ebrea, oppure didimettersi dalla cattedra,Jaspers non esita a lasciarel’insegnamento, da lui ripresosolo nel 1945, dopo la fine dellaseconda guerra mondiale.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi33Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi34 Quando nel 1945 torna a insegnare aHeidelberg, tiene un corso sulla“colpa della Germania”, pubblicato poicon il titolo Die Schuldfrage (1946)(La questione della colpa).Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi35 In esso affronta il tema dellapossibile colpevolezza individualedei tedeschi di fronte ai crimini delnazismo e addita ai connazionalicome sola via di “redenzione”quella che dovrebbe condurre,superato il nazionalismo rivelatosicosì pernicioso nella storia tedesca,a una confederazione europea einfine mondiale.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi36 Nel 1946 esce il volume Nietzsche und Christentum(Nietzsche e il Cristianesimo).Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi37 Del 1947 è, invece, l’importante testo Von der Wahrheit.Philosophische Logik (Della verità. Logica filosofica).Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi38 Nel 1948, in dissidio con ilgoverno tedesco-occidentale alquale rimprovera una politica di“delirio nazionalistico”, lascia laGermania e si trasferisce a Basilea,nella cui Università insegna perlunghi anni, e dove muore, esule esempre più convinto dei propriideali cosmopolitici, nel 1969.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi39Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi40 Anche negli anni dell’esilio Jaspers nondesiste dall’intervenire sulle vicende deltempo con saggi politico-filosofici, comeDie Atombombe und die Zukunft desMenschen (1958) (La bomba atomica e ilfuturo dell’umanità)Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi41 e con scritti di attualità politica, comeWohin treibt die Bundesrepublik? (1966)(Germania d’oggi. Dove va la RepubblicaFederale?).Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi42 Pure la produzione filosofica è intensa:Der philosophische Glaube (1948) (La fede filosofica);Vom Ursprung und Ziel der Geschichte (1949)(Origine e senso della storia);Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi43 Einführung in die Philosophie (1950)(Introduzione alla filosofia);Vernunft und Widervernunft in unserer Zeit (1950)(Ragione e antiragione nel nostro tempo);Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi44 Rechenschaft und Ausblick. Reden und Aufsätze (1951);Das radikal Böse bei Kant, 1951 (Il male radicale in Kant);Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi45 Über das Tragische (1952) (Sul tragico);Leonardo als Philosoph (1953) (Leonardo filosofo);Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi46 Philosophische Autobiographie (1953)(Autobiografia filosofica);Die Frage der Entmythologisierung (1954)(Il problema della demitizzazione [conRudolf Bultmann]);Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi47 Schelling (1955); Die großen Philosophen (1957)(I grandi filosofi) [che costituisce la prima partedi una vasta opera di storia del pensierofilosofico e religioso];Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi48 Philosophie und Welt (1958); Vernunft und Freiheit (1959)(Ragione e libertà); Freiheit und Wiedervereinigung. ÜberAufgaben deutscher Politik (1960);Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi49 Der philosophische Glaube angesichts der Offenbarung (1962)(La fede filosofica di fronte alla rivelazione);Nikolaus Cusanus (1964);Die Sprache (1964) (Il linguaggio);Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi50 Kleine Schule des Philosophischen Denkens (1965)(Piccola scuola del pensiero filosofico);Hoffnung und Sorge. Schriften zur deutschenPolitik 1945–1965 (1965);Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi51 Schicksal und Wille. Autobiographische Schriften (HansSaner hrsg, 1967) (Volontà e destino: scritti autobiografici);Chiffren der Transzendenz (1961) (Hans Saner hrsg, 1970)(Cifre della trascendenza).Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi52 L’assistente di Jaspers dal 1962 al 1969,Hans Saner (1934-), cura l’operapostuma del filosofo. Oltre ai duevolumi appena citati (con Jaspersancora in vita), tra i libri apparsi daglianni ’70 in poi possiamo per esempioricordare:Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi53 Philosophie und Offenbarungsglaube (1971)(Filosofia e fede nella rivelazione, con Heinz Zahrnt);Kant. Leben, Werk, Wirkung (1975);Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi54 Was ist Philosophie? (1976);Notizen zu Martin Heidegger (1978);Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi55 Die großen Philosophen. Nachlass, 2 Bände:I. Darstellung und Fragmente,II. Fragmente - Anmerkungen - Inventar(1981);Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi56 Weltgeschichte der Philosophie [Einleitung] (1982);Briefwechsel 1926–1969. Hannah Arendt & Karl Jaspers (1985)(Carteggio 1926-1969: filosofia e politica, con Hannah Arendt);Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi57 Briefwechsel 1920–1963. Martin Heidegger & Karl Jaspers (1990)(Lettere 1920-1963, con Martin Heidegger);Der Arzt im technischen Zeitalter (1991)(Il medico nell’età della tecnica).Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi58Le immaginiCopyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi59Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi60Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi61Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi62Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi63Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi64Il pensieroCopyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi65 Tra gli autori che Heidegger citanel suo Essere e tempo (1927) c’èanche Karl Jaspers, che con laPsicologia delle visioni del mondo(1919) ha dato l’avvioall’esistenzialismo tedesco,provenendo però dallapsichiatria e non dallafenomenologia come l’altro‘padre fondatore’.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi66 Come Heidegger, anche Jaspersrifiuta la qualifica di ‘esistenzialista’:a differenza dei francesi, esoprattutto di Jean-Paul Sartre(1905-1980), che fa dell’esistenzal’oggetto esclusivo della filosofia, idue tedeschi pongono al centro ilproblema dell’essere, o meglio, delrapporto tra l’esistenza e l’Essere.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi67 Detto tra parentesi, Jaspers non amaparticolarmente l’etichettatura del propriopensiero come “filosofia dell’esistenza”,perché questa espressione non definisceper lui un particolare indirizzo filosofico,ma la filosofia in quanto tale, fin dai suoiesordi: «ciò che si denomina filosofiadell’esistenza è in verità soltanto una formadell’unica antichissima filosofia».Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi68 Tuttavia, Heidegger e Jaspers nonsono d’accordo solo su questacentralità della ontologia.Entrambi intendono l’esistenzacome possibilità: il rapportodell’uomo con l’Essere non è dato,è solo possibile, e come tale èrimesso al progetto che l’uomo fadi se stesso, con libera decisione.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi69 Ma l’accordo finisce qui. Mentre, infatti, perHeidegger oggi siamo alla fine dell’epocadella metafisica e già si impone un temponuovo per la filosofia, un tempo in cuinessun compito è riservato alla ragione cosìcome è stata intesa da Platone a Hegel, perJaspers, invece, la metafisica quale ricercadell’Essere resta un compito irrinunciabile,anche se fallimentare, e, in questo compito,la via della ragione è l’unica praticabile.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi70 Questo recupero dell’asse razionale risultaanche dal diverso significato che in Jaspersha l’esserci, il Dasein. Mentre per Heideggeril Dasein è soltanto l’uomo, e l’esistenza èimplicita nel Dasein come sua essenza, perJaspers il Dasein è la realtà empirica diqualsiasi genere – l’uomo, le cose, gli eventidella natura, le stesse produzioni umane – el’esistenza è l’emergere proprio dell’uomo, invirtù della sua coscienza, dalla empiricità: iltrascendimento.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi71 Per Heidegger l’esistenza è già nel Dadel Da-sein (nel ci dell’esser-ci), perJaspers è invece nell’ec dell’ec-sistere(Ec-sistenz [Existenz]).Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi72 Questa variante, apparentementeminima, diventa rilevante nellacostruzione del sistema filosofico,che Jaspers ci ha dato nella suaFilosofia (1932), incentrataappunto sul trascendere.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi73 Prima ancora di Heidegger, Jasperssostiene nella sua opera principale,che la filosofia occidentale ha finitocon il dare, nel suo cammino, allapropria domanda metafisica unarisposta inadeguata, consistente nelridurre l’essere agli enti determinatiche si presentano nel mondo comeoggetti dell’astratto intelletto.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi74 La scienza ha favorito l’identificazione,culminata nel positivismo ottocentesco,dell’essere con l’essere conosciuto, ossiacon l’oggettività stessa. In tal modol’uomo si è eretto a misura di tutte lecose e, con la tecnologia figlia dellacultura scientifica moderna, ha pretesodi dominare l’essere invece diriconoscerlo come orizzonte irriducibilea ogni determinazione concettuale.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi75 Sulle tracce di Anassimandro (VII-VI sec. a.C.),Jaspers, seguendo la lettura nietscheana, indical’essere come il “tutto-abbracciante”(periéchon), che mai potrebbe esserecircoscritto, ossia entificato.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi76 La pretesa antropocentrica diracchiuderlo in un sistema conosciutodi enti si rivela come quella stessa“tracotanza” (hýbris), che il pensatorearcaico indicava come “colpa” che lacosa determinata commette neiconfronti dell’essere indeterminato(ápeiron), e alla quale non può nonseguire, “secondo l’ordine del tempo”,l’espiazione.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi77 [e donde viene agli esseri la nascita, là avvieneanche la loro distruzione] secondo necessità:infatti si pagano l’un l’altro la pena e l’espiazionedell’ingiustizia secondo l’ordine del tempo .DK 12 B 1esistenzadestinostoriaCopyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi78Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi79 Nello svolgimento della prima partedel suo disegno filosofico, quellariguardante l’orientamento mondano,Jaspers sviluppa un principioepistemologico già applicato, conrisultati ritenuti ancora oggi digrande valore, nella suaPsicopatologia generale (1913).Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi80 E infatti, prima di passare allapsicologia esplicativa, nellaquale le reazioni psichiche delmalato vengono ricondotte acause, egli articola tra di loro laspiegazione scientifica e lacomprensione fenomenologicain una psicologia comprensiva.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi81 D’altra parte, la comprensionepresuppone sempre la spiegazione, laragione presuppone semprel’intelletto, proprio come insegnavaImmanuel Kant (1724-1804).Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi82 Per uno Jaspers, venuto alla filosofia dallamedicina, l’interesse per la scienza è statosempre vivo nella sua speculazione, tanto chearriva a dire che, se non deve esistere «torbidacontaminazione» tra scienza e filosofia,tuttavia «la filosofia e la scienza non sonopossibili l’una senza l’altra». Comunque,«l’attività filosofica non può essere né identicané antinomica al pensiero scientifico»:pertanto, distinzione e non sovrapposizione trai due tipi di ricerca.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi83 Contrariamente alle tesi di Husserl e dellafenomenologia, in Filosofia I, dedicato allaOrientazione filosofica nel mondo, Jasperssostiene che la filosofia non possa essere“scienza rigorosa”.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi84 L’esposizione completa e matura dellafilosofia jaspersiana è esposta, come già si èdetto, nel trattato Filosofia, articolato in trevolumi e incentrato intorno a tre concettifondamentali: mondo, esistenza,trascendenza. La loro successione indica ladirezione del procedere della filosofia, che,oltrepassando il mondo degli oggetti, vaall’esistenza, nel suo essere se stessa, e vi trovala possibilità di riconoscere la trascendenzacome fondamento di tutto l’essere.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi85 Jaspers distingue, pertanto, tre sferedi essere: l’essere empirico, l’esseredell’uomo, l’essere assoluto. Laprima costituisce l’oggettività,l’essere-per-noi, e la forma diconoscenza corrispondente è lascienza, che è perciò unaorientazione nel mondo.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi86 La seconda comprende l’uomonella sua soggettiva concretezza,come io, come essere-se-stesso, ocome esistenza nel suo significatoautentico, e le corrisponde quellaconoscenza che Jaspers chiamarischiaramento dell’esistenza, ofilosofia in senso vero e proprio.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi87 La terza è quella dell’Essere-in-sé,o della Trascendenza, che è al di làsia dell’oggettività, siadell’esistenza umana e, come tale,è il termine della metafisica. Letre sfere sono eterogenee, ma nonseparate: il passaggio dall’unaall’altra è perciò discontinuo e sicompie con un “salto”.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi88 Il mondo è oggetto dellaconoscenza scientifica: nel lorodominio le scienze hanno unavalidità universale e vincolante,ma la necessità del saperescientifico è ipotetica e nonassoluta: essa si fonda o su fattiche sono irriducibili alle leggidella logica o su postulati nonevidenti per se stessi.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi89 Il suo progresso è illimitato: nessunascienza è in grado di esplorare fino infondo il suo oggetto d’indagine, esoprattutto non può abbracciare ilmondo nella sua totalità. Laformazione di un’immagine unitariadel mondo (tentata per esempio dalpositivismo) è destinata allo scacco perl’incompiutezza e l’inconcludibilità diprincipio del nostro conoscere.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi90 Dobbiamo pertanto imparare a riconoscere i limiti del saperescientifico:a. «la conoscenza scientifica delle cose non è conoscenzadell’‘essere’: essa è particolare, diretta su oggetti determinati,non è diretta sulla realtà stessa»;b. «la conoscenza scientifica non è in grado di dare nessunadirezione per la vita. Non stabilisce valori validi, [ ] non puòguidare la vita»;c. «la scienza non può dare nessuna risposta alla domanda sulsuo vero e proprio senso».Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi91 La scienza dunque non ci dà il sensodella nostra vita, né ci fa conoscerel’Assoluto: in essa «non c’è nulla chechiarisca e illumini il suo significato edica all’uomo se ha senso o non hasenso il rivolgersi a essa. Scambiare leconvinzioni di cui vivo con un sapereche dimostro, rende perplesso l’interoatteggiamento dell’uomo nella vita».Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi92 E tuttavia solo attraverso la scienza ioposso evadere dalla prigionia diun’immagine ristretta e dogmatica delmondo; e ogni scienza dev’essere libera,affinché ci si possa emancipare dallasuperstizione scientifica, cioè dal pericolodi rendere assoluto il relativo; attraversola libera conquista delle scienze ho ildovere di prepararmi a ciò che è più dellascienza, ma che soltanto sulla faticosa viadella scienza può acquistare chiarezza.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi93 E questo può avvenire in quanto ilprocesso conoscitivo ci sospinge al di là diogni oggetto, perché nessun oggettoconosciuto è l’Essere. Alla coscienza diquesto limite, per cui al conoscere direttoagli oggetti non è mai dato l’Essere nellasua totalità, si accompagna altresì laconsapevolezza che a tale conoscere sisottrae pure il mio essere proprio, cioèl’esistenza, di cui tale sapere oggettivo noncoglie la vera origine.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi94 È compito dell’“orientamentofilosofico del mondo” (PhilosophischeWeltorientierung) mostrare, passandoper la conoscenza scientifica deglioggetti, il limite con il quale essa siscontra e rinviare all’essere che staoltre di esso. Al trascendimento nelmondo, che è caratteristicodell’“intelletto scientifico”, succede iltrascendimento del mondo, che èopera della “ragione filosofica”.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi95 Per cogliere l’esistenza nel suo essereproprio è necessaria quella che Jasperschiama la “chiarificazione dell’esistenza”(Existenzerhellung). L’esistenza,costituisce, infatti, la seconda sferadell’essere, e per esistenza dev’essereinteso l’Io (Ichsein) nella suasoggettività, che, pur appartenendo almondo con una parte di se stesso, non èriducibile ad alcun fenomeno oggettivo,perché tutti li può trascendere.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi96 L’esistente, l’uomo, benché possa esserestudiato da scienze come antropologia,psicologia, sociologia, non può esseretuttavia del tutto oggetto di conoscenzascientifica, poiché «egli è sempre più diquanto sappia o possa sapere di se stesso»;è necessario perciò che la filosofiaesistenziale, nel suo tentativo di orientarsiin una descrizione che non potrà nonessere inadeguata, ricorra a degli indici.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi97 Questi indici sono tre (e via viali incontreremo): la libertà, lacomunicazione, la storicità.Essere io, infatti, consiste:nello scegliersi; nel porsi inrapporto con gli altri; nel farsinel mondo. Tutti e trecostituiscono dei paradossidell’esistenza e in certa misurasono destinati allo scacco.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi98 Nel passaggio dalla scienza allafilosofia, deve compiersi unadecisione, un “salto”, attraverso cuiio trascendo il mondodell’oggettività e il mio stessoessere-nel-mondo, e mi realizzocome “esistenza”, ossia come“possibilità” di essere. Lachiarificazione dell’esistenza, comegià detto, è opera della ragione.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi99 Jaspers intende la ragione, perdistinguerla dall’intelletto scientificoanonimo e impersonale, come attivitàincarnata e personale, ragione“esistentiva”. Essa infatti è parte integrantee costitutiva dell’esistenza singola, einsieme a questa rappresenta i due poli trai quali si svolge la ricerca filosofica: senzala ragione l’esistenza si ridurrebbe a ciecoe inerte esserci, senza l’esistenza laragione sarebbe vuoto e astratto intelletto.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi100 L’analisi esistenziale jaspersiana è tutta giuocata sulladistinzione tra esserci e esistenza, tra situazione e libertà. Inquanto mèro esserci, l’uomo è cosa tra le cose, essere-nelmondo immerso nella temporalità, chiuso in una situazionepiù o meno angusta al cui interno esso vive e muore. Esisterecomporta una “rottura” aperta nell’esserci del mondo,significa, come suggerisce la parola stessa, emergere, uscirfuori da, distinguersi. Se l’esserci è datità e necessità – l’essercinon può non essere quello che è –, l’esistenza è possibilità, dioltrepassare il mèro esserci, e dunque esercizio di libertà.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi101 Questo trascendimento dell’esserci nonsignifica che l’esistenza possa annullarel’esserci e la situazione in cui questo è calato.Anzi, l’esistenza è segnata da una radicalefinitudine proprio perché è vincolata a unadeterminata situazione storico-mondana, dacui mai potrebbe distaccarsi, e che costituisceil fondamento della sua storicità. Jaspersinsiste fortemente su questa finitudinesituazionale fino a dire che «il mio io è identicocon il luogo della realtà in cui mi trovo».Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi102 La filosofia jaspersiana è una filosofia della libertà.L’uomo è ciò che sceglie di essere: la sua scelta ècostitutiva del suo essere ed egli non è se non inquanto sceglie. La scelta di me stesso è la libertàoriginaria, quella libertà senza la quale io nonsono io stesso. Jaspers parla del rischio che èinerente alla scelta di se stesso, della decisioneesistenziale che non scaturisce dall’io come da unasorgente nascosta, ma costituisce l’io stesso; escorge nella volontà la chiarezza della sceltaoriginaria.Copyright 2017 Stefano Martini

Perdersi per ritrovarsi103 Ma, e questo è il punto decisivo, l’io chesceglie è la sua stessa situazione nelmondo, situazione storicamentedeterminata e particolare; e la suascelta autocostitutiva non è chel’autocostituirsi di questa situazione (lacui trama si stende fino ad abbracciarel’epoca prenatale dell’individuo e, allimite, l’uni

Karl Theodor Jaspers nasce nel 1883 a Oldenburg, non lontano dal Mare del Nord [«Sono cresciuto con il mare»], da una famiglia di agiate condizioni borghesi, «educato dal padre all'amore della verità, della fedeltà e del lavoro», ma anche al di fuori di ogni influenza