La Lettera Futurista Di Joan Salvat-Papasseit - Instituto Cervantes

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Ana María Saludes I AmatLA LETTERA FUTURISTA DI JOAN SALVAT-PAPASSEITLo studio del futurismo come movimento artistico appartenente alle avanguardie storiche del novecento è diventato materiale di assoluta normalità accademica. Periodiche manifestazioni come mostre, convegni, spettacoli, conferenze, studi, saggi e pubblicazioni di cataloghi e libri, specie dagli anni ottanta ad oggi, hanno contribuito alla diffusione di questa vitalissima e contraddittoria corrente artistica, al punto di inserirla nei moderni circuiti di comunicazione di massa nello stesso stile in cui la proponeva il disegno del suo fondatore, Marinetti: prospettiva "totalizzante di carattere internazionale in grado di innervarsi nelle fibredi ogni aspetto culturale e di rinnovarlo integralmente, in azzardoso e strenuo gioco d'interrelazioni" (1).Nonostante l'attuale produzione documentaria sul futurismo, oppure per questo motivo, vengono alla luce ininterrottamente nuove scoperte, indizi, notizie, documenti che propongono via via nuove letture ed interpretazioni delle opere, dei protagonisti ed epigoni chehanno delineato la traiettoria del famoso movimento.In risposta all'attuale "orizzonte di attesa" (2) che sollecita dal prodotto letterario la rivisitazione di generi come sono l'autobiografia e gli epistolari, affiorano tramite i fili diquesti peculiari codici scritturali, una serie variegata di elementi che contribuiscono a unamigliore comprensione di ogni singolo autore e dell'intera corrente. Tale è il ruolo di certecarte ritrovate, anche se ancora non edite, del poeta di cui da tempo mi occupo: Joan SalvatPapasseit (3).Joan Salvat Papasseit nacque a Barcellona nel 1894 e morì nella stessa città a solotrent'anni. Di formazione autodidatta, veniva da una infanzia e adolescenza provate che lo(1) Cfr. U. Piscopo, Futurismo. Schede per una storia critica del movimento 1986-1988, in "Cultura e Scuola", n 112, ottobre-dicembre 1989, pp. 22.(2) Uso questo termine nella ormai nota eccezione di H. R. Jauss, proposta nel suo lavoro, Littérature medievale et théorie des genres, in "Poétique", I, 1970, p. 82 e ss.(3) Risultato di queste ricerche sono i lavori pubblicati sotto i titoli: 11 futurismo in Catalogna, in "Dettagli",numero unico, 1976, pp. 25-50; G. Grilli e A.M. Saludes, La poesia sperimentale in Catalogna, in "Carte segrete",n 36 aprile-giugno 1977, pp. 38-79 e Joan Salvat-Papasseit. Poesie futuriste, a cura di A.M. Saludes, Livorno1990.145AISPI. La lettera futurista di Joan Salvat-Papasseit.

Ana María Saludes I Amairesero sensibile ai problemi politico-sociali. Queste, lo portarono a militare nel campo delnazionalismo aerata catalano. Allo spirito libertario si unirono le straordinarie capacità diassimilazione delle nuove correnti artistiche e un desiderio incontenibile di internazionalismo, vale a dire, proporre la patria catalana all'estero. Tali qualità, lo trasformarono in unprotagonista - insieme ad altri - di una breve ma intensa stagione culturale nel corso del decennio 1914-1924.L'opera poetica di Salvat-Papasseit si presenta racchiusa in cinque raccolte - di cui unapostuma - (4), più le sue collaborazioni su giornali, oltre le riviste da lui create (5). L'attività editoriale, affiancata alla volontà di proiezione internazionale, misero l'autore in condizione di allacciare contatti personali o epistolari con gran parte degli artisti ed intellettualidel momento. Dei suddetti rapporti rimane l'importante testimonianza del carteggio personale dello scrittore (6), che fa luce sulla sua personalità e sui rapporti che stabilì con i nucleid'avanguardia al tempo più rappresentativi. A questo proposito, com'è stato prima accennato, durante le mie ricerche sul tema, sono venuta a conoscenza di un inedito e forse sostanzioso carteggio tra il poeta catalano e Filippo Tommaso Marinetti. Ma mentre lo studio diqueste lettere deve essere rimandato a una data futura poiché il materiale non è disponibilea una consultazione esaustiva, presenterò in questa sede la lettura di un testo (illustrato quiin appendice) di Joan Salvat-Papasseit configurato sotto lo statuto epistolare che l'autoreesplicitamente propone come Lletra d'Italia. Il componimento si trova inserito in testa alsuo primo libro di poesia dal futurista titolo: Poemes en ondes hertzianes (1919), e costituisce una sorta di «premessa» (7) a carattere autobiografico: il poeta si rivolgeall'amico Millàs-Raurell (8) per informarlo d'un suo viaggio a Roma: in una elencazione di nomi propri - a cominciare da quello del destinatario - di città e di riviste nonesente da un certo disordine, Salvat-Papasseit invia a Millàs-Raurell le più eccitantiprimizie della vita culturale italiana ed europea. In realtà a Roma non aveva messo maipiede. Sino allora si era recato solo in sanatorio nel Montseny, nel'18, e tali sarebberostati tutti i suoi spostamenti, eccezion fatta per un viaggio (di qualche giorno) a Pariginel 1920.(4) Poemes en ondes hertzianes (1919); Virradiador del port i les gavines (Poemes d'avantguarda) (1921);Les conspiracions (1922); La gesta deis estéis (Mostra de poemes) (1922); El poema de la rosa als llavis (1923);Ossa menor (Fi deis poemes d avantguarda) (1925). Tutte le opere furono pubblicate a Barcellona. Oggi disponiamo dell'edizione curata da J. Molas, Joan Salvat-Papasseit, Poesies completes, Barcellona 1978, 1979, 1983, 1985.(5) "Un enemic del Poble" (1017-1919); "Are Voltaic" (1918); "Proa" (1929-21). Per un approfondimentosul tema, cfr. il mio II futurismo in Catalogna, cit. pp. 31-38.(6) Epistolari de J. Salvat-Papasseit, Barcellona 1984 e Postáis a les filies, Barcellona 1986, entrambe a cura di A.J. Soberanes i Ligó.(7) Come ha rilevato G. Grilli, Letteratura catalana e movimenti d'avanguardia (con un breve Dizionariettoalfabetico dell'Avanguardia Catalana), ih Trentanni di Avanguardia spagnola, da R. Gómez de la Serna a JuanEduardo Cirlot, a cura di G. Morelli, Milano 1987, p. 125.Ma si veda lo stesso Salvat in una lettera al direttore di "La Revista" J.M. López-Picó il 26.1.1920, a proposito della rassegna sul suo libro, dice «.ja recordareu és la carta-próleg.» («.come ricorderete si tratta dellalettera-prologo.»). Cfr. J. Salvat-P; Epistolari, cit. p. 51.(8) Josep Maria Millàs-Raurell (Barcellona 1869-1971) drammaturgo e poeta, romanziere e traduttore, aquell'epoca era direttore di una rivista "L'instant" con doppia redazione a Barcellona e Parigi, che servì a divulgare testi e autori cubisti e futuristi e della quale Salvat fu collaboratore, nella veste di quel pensiero libertario deiprimi suoi scritti.146AISPI. La lettera futurista di Joan Salvat-Papasseit.

La lettera futurista di Joan Salvat-PapasseitLa Lettera dall'Italia (9), di fatto è una pseudo lettera in cui, tramite la struttura epistolare,Salvat-Papasseit redige quasi un manifesto della propria poetica. In realtà Salvat era autore diben altri due manifesti (10), quindi non esita a proporne un terzo a modo di prologo o presentazione nel suo primo libro di componimenti (11) dove lo scopo principale risiede nel sottolinearela propria centralità, quella del «mittente» presentandosi come un punto di riferimento dell'avanguardia catalana, specie sul piano internazionale. Alla centralità dell'osservatorio di Roma, fa riscontro quella di Salvat artista.Ma partendo da questa prospettiva si può vedere come il testo cominci subito a svelareuna grande ricchezza di referenti, allusioni attraverso i quali chi scrive si mostra molto aggiornato. Ed è così che vuole apparire su tanti eventi dell'arte contemporanea e in modoparticolare su quella futurista.Dalla città di Roma in una veloce carrellata, giudica quello che succede a Siena e Firenze, a Roma e a Modena, facendo i nomi di Enrico Prampolini, Giovanni Papini, Didac Ruiz,Antonino Foschini, M. Giobbe, Giuseppe Ravegnani, Carlo Carrà e Ardengo Soffici. E conla stessa velocità si raggiunge la Germania con Max Bekmann, e la Cecoslovacchia con labirra Pilsen, la Catalogna con Sarrià (il quartiere di Barcellona), e i nomi dei poeti Foix eSolé de Sojo; Parigi con Strawinsky, e infine l'Inghilterra con Gerald de Tyrwitt (12).Il tono ambiguo, ironico e provocatorio con il quale Salvat elenca i nomi di artisti e dicittà, non risponde a una reale familiarità né con gli uni né con le altre, giacché le sue informazioni sulla maggior parte delle personalità e luoghi citati, giungevano a lui da riviste epubblicazioni intensamente frequentate, come "Valori Plastici", "Noi" e "Lacerba".Se osserviamo da vicino il testo della Lettera dall'Italia, possiamo notare come lamaggior parte delle descrizioni e referenti onomastici s'ispirino alla tecnica espositiva ellittica, quasi telegrafica e anche incitante, delle parole in libertà.La stessa rappresentazione grafica e l'uso del genere epistolare che è di per sé connotato da un'idea di dinamicità obbediscono al fondamentale imperativo dell'estetica futurista: il culto della velocità. L'accumulo di referenti geografico-culturali presenti nel testoconfigura un mondo conformato ad un'immagine di ininterrotto dinamismo, di spostamentie viaggi con mezzi di trasporto meccanizzati: treni, aerei, macchine, tram, navi, etc. (13).Il testo della Lettera si propone come una metafora di mutamenti che si descrivono permezzo di elementi antitetici. Inoltre, le azioni esplicitarie si muovono all'interno della catena della gestualità, del movimento e della dinamicità.(9) La traduzione italiana del titolo dell'opera è Lettera dall'Italia. L'intero componimento è stato da me tradotto nel succitato volume, J. Salvat-Papasseit Poesie futuriste, e compare qui in appendice. Ogni citazione estrapolata dell'opera, a sostegno delle affermazioni proposte appartiene alla suddetta traduzione. D'ora in avanti, il testo verrà citato come Lettera.(10) Sóc jo, que parlo als joves, (Sono io, che parlo ai giovani), in "Un enemic del Poble", n 15 (1919);Concepte del poeta (Concetto di poeta, in "Mar velia", n 4 (1919); Contra els poetes amb minúscula. Primer manifest català futurista (Contro i poeti con la minuscola, Primo manifesto catalano futurista), in un volantone dalle"Galeries Laietanes", Barcellona 1920.(11) Vid. nota 4.(12) I dati bio-bibliografici di questi artisti sono già stati presentati nel mio J. Salvat-Papasseit, Poesie futuriste, cit. nota 44, pp. 92-97.(13) Cfr. il classico studio di E. Crispolti, // mito della macchina e altri temi del Futurismo, Trapani 1969.147AISPI. La lettera futurista di Joan Salvat-Papasseit.

Ana María Saludes 1 AmatNella prima parte l'opposizione è implicita: un atto di ribellione inconoclasta, un gestoguerriero come il famoso pugno spesso conclamato dai futuristi quale mezzo più speditoper convincere interlocutori restii (14). Non a caso Salvat fa qui compiere ad Enrico Prampolini l'atto dissacratorio allusivo ad una nuova concezione dell'arte e della vita rigenerantedal caos:Prampolini ha fatto a pezzi la sontuosa veste diBeatrice (di Giovanni Duprè)I concetti insiti nei primi manifesti sul motivo della distruzione della classicità nell'arte, avevano agevole applicazione nell'area delle manifestazioni plastiche, dove possono estrinsecarsi conmaggiore efficacia i nuovi programmi e le nuove tecniche (15).La polemica, in vero, era antica: datava, almeno, dal celebre intervento di Boudelaire,Pourquoi la sculpture est ennuyeuse (16). Ma con Boccioni, le cui opere e testi teorici eranoprofusamente studiati dai più noti critici dell'epoca (17), la polemica sul rinnovamentodell'arte (principalmente la scultura), aveva assunto toni più accesi e convincenti. È pertanto a Boccioni che Salvat allude quando menziona il giovane Prampolini, promessa in queglianni della scultura futurista dopo la prematura scomparsa di Boccioni.Allo stesso tempo, nel colpire una figura come Giovanni Duprè (18), scultore eccessivamente legato ai canoni del monumentalismo realista dell'arte umbertina, Salvat tenta disuperare la propria marginalità spaziale e culturale erigendosi a protagonista della lotta contro la tradizione culturale artistica classicheggiante (19).L'accenno allo scultore senese rispondeva alle manifestazioni celebrative del centenario della nascita di Duprè (1917) e forse all'enorme fortuna che aveva riscosso il libro dimemorie, Ricordi autobiografici (20) profusamente adoperato come testo di lettura nellescuole italiane.E oltre a Siena, anche Firenze - nuovo centro del futurismo - viene sconvolta dalla furia devastatrice di Prampolini(14) Secondo la tempera su carta di Giacomo Balla: Linee forza del pugno di Boccioni (1915), è anche dellostesso autore l'omonima scultura in ottone.(15) Manifesto tecnico della Scultura futurista, Milano, 2 aprile 1912. Cfr. Ghuido Ballo, Boccioni la vita el'opera, Milano, 1982/28 (I a Milano 1964).(16) Proprio lo stesso Longhi, nel penetrante saggio su Boccioni, scriveva: «L'Italia moderna resterà fuori naturalmente da questa storia lirica della scultura recente; l'Italia che quando non percorse - come ho detto - l'impressionismo, scultorio, si avvilì subito nella più repugnante accademia che da Algardi si trasmette senza soluzione - traverso Bartolini e Duprè - giù, sempre più giù, fino a Bistolfi e agli altri minori!»; Scritti giovanili, Firenze, 1956, p. 134.(17) Cfr. Roberto Longhi, 1 pittori futuristi, "La Voce", V, n 15, 1913, pp. 1051-53, ora in Scritti giovanili,cit. pp. 47-54.(18) Giovanni Duprè (Siena 1817-Firenze 1882). Per una più completa informazione sul ruolo dello scultoresenese in riferimento alla Lettera, si veda J. Salvat-Papasseit. Poesie futuriste, cit. nota 53, p. 98.(19) Come è noto Marinetti ebbe parole sferzanti per l'opera dantesca, ritenuta simbolo del conformismodella cultura tradizionale: La «Divina Commedia» è un germinaio di glossatori (1915), scriveva nella Guerra solaigiene del mondo.(20) Cfr. Pensieri sull'arte e Ricordi autobiografici, cit. Forse Salvat aveva già visto il nome di Duprè nelloscritto del Longhi di "La Voce" del 1913, cit.148AISPI. La lettera futurista di Joan Salvat-Papasseit.

La lettera futurista di Joan Salvat-Papasseit- Per una via senza fili (21) - la sventura è cosìarrivata: le pieghe del monumento e Ferrari-CorCon l'utilizzazione di questo registro metaforico, il discorso della Lettera si spostaverso il vero nucleo del messaggio salvatiano: l'affermazione dell'io del poeta giudice eprotagonista, emittente del testo e unitamente portatore della moderna letterarietà.AH'autoconsapevolezza fa riscontro la perentorietà della dichiarazione:A questo punto sono arrivato io.Nel secondo paragrafo della Lettera, vengono menzionate le riviste "Valori Plastici" e"Noi", dalle quali Salvat (come è stato precedentemente segnalato), attinge la maggior partedelle informazioni inserite nel testo. La veloce parafassi venata di lieve ironia, conferisceuna sorta di realismo a questo guizzare libresco da un ambiente all'altro, da un personaggioad un altro. Serva come esempio la sequenza dove, dietro la citazione di Papini, di cui si segnala il libro // mio futurismo, possiamo scorgere una chiara allusione al dibattito lacerbiano ma, allo stesso tempo, l'azione di un «io» tacito - nel mio - dal titolo papiniano, che faeseguire a Papini il gesto provocatorio della sfida:Giovanni Papini ha inviato per posta a Max Bekman (sic) un gotto di birra Pilsen (23)Nel sintagma spazio-temporale che inaugura il terzo paragrafo:Qui a Roma si mormora.Salvat si afferma su una felice centralità dalla quale egli può comunicare al lettore datiprecisi sulla realtà della "periferia" catalana:Qui a Roma si mormora che, per capire Foix diSarrià bisogna prima conoscere Sofocle. Laietaha pianto, perché dovrà ricominciare dal Narro.giacché non lo sa leggere.Il rifarsi a Foix di Sarrià corrobora come Salvat considerasse essenziale l'intervento dicolui che amava definirsi "investigatore in poesia". Inquadrata al centro della Lettera, lapersonalità di Foix viene riconosciuta nel suo ruolo di auctoritas della poesia catalana coe-(21) Significative le allusioni che troveremo nel testo alle forme di comunicazione della vita moderna: «peruna via senza fili», «ha inviato per posta», «ho inviato un telegramma».(22) Duprè stesso racconta come gli fu commissionata la tomba per la Chiesa di San Lorenzo a Firenze dalConte Ferrari-Corbelli, Cfr. Pensieri sull'arte e Ricordi autobiografici, cit. pp. 326-327.(23) Ricorderemo che il gesto di Papini è del tutto verosimile nel contesto del marcato antigermanismo lacerbiano alimentato dal conflitto bellico allora in corso.149AISPI. La lettera futurista di Joan Salvat-Papasseit.

Ana María Saludes I Amatva: dichiarazione di un rapporto di reciproca ammirazione e amicizia (24). Ma il richiamo aFoix non è scevro di sarcasmo: l'allusione a Laieta, personaggio dell'universo foixiano(25), schernisce l'atteggiamento dello stesso poeta catalano, il quale, per quanto aperto verso le avanguardie, non si distaccava dalla tradizione. Le lacrime di Laieta sono le lacrimedella musa povera della giovane poesia forzata, secondo Salvai, a un scoraggiarne tirocinio(vedi la metafora dell'ABC).Dall'altra parte (Lettera, paragrafo 4), il poeta vuole sottolineare il ruolo giocato in Italia dal medico-filosofo, Didac Ruiz, intellettuale di origine andalusa ma barcellonese di cultura e formazione, che si recò a Bologna per completare il suo corso di laurea, spostandosi aModena negli anni del conflitto. Teorizzatore dell'"entusiasmo", sulle orme di Thomas deQuincey (26), Salvat si era a lui ispirato per il manifesto Contro i poeti con la minuscola.Primo manifesto futurista catalano. L'asserzione che si leggere nella Lettera:la bestemmia è la rosa di fuoco della virtùsi riferisce ancora una volta alla forza positiva della violenza rigeneratrice, della qualeil Ruiz era stato sostenitore, anche se in maniera confusa e talvolta assimilabile a posizionireazionarie e, per tanto, assai lontano da Salvat. A tale contesto si adatta con puntualità ilnuovo riferimento a Prampolini, liberatosi dalle pastoie della tradizione grazie alla sua concezione dell'arte che collega innovazione e dissacrazione:Grazie a questo espediente Prampolini è uscito diprigione.Nell'ultimo paragrafo troviamo la sintesi delle arti sorelle, che era stato uno deicanoni fondamentali della nuova estetica. Pare non abbiano altro significato i nomi diGiobbe, Strawinsky, Gerald de Tyrwitt, e infine, in chiusura, quelli di Carrà e Soffici.In tale contesto, nel riferimento a Giuseppe Ravegnani, impegnato critico di moltepliciinteressi, si prospetta il disegno di una struttura speculare, in cui, l'immagine riflessaviene rappresentata dall'allusione a Vincenc Solé de Sojo, nota figura della lettera e delgiornalismo della Catalogna in quegli anni. Ed è a lui che Salvat affida il compito diun'esegesi della futura poesia catalana:.ho inviato un telegramma a V. Solé de Sojo.Che sbrogli lui la matassa.(24) La figura di J. Salvat-Papasseit ricevette da J.V. Foix uno speciale ritratto, frutto delle frequentazioninelle «Galeries Laietanes» presso le quali Salvat era impiegato: si veda Salvat-Papasseit in Catalans de 1918, cit.pp. 71-76. A dire il vero, Foix riesce a mettere in luce un elemento alquanto positivo e raffinato della personalità diSalvat: il senso dello humour, che il poeta aveva sviluppato in alcuni momenti della sua produzione.(25) Diminuitivo di Eulalia, graziosa sartina del villaggio di Sarrià presso Barcellona. Questa figura femminilesimboleggia la tradizione artigiano-culturale tipica di questo quartiere oramai assorbito nella metropoli barcellonese.(26) Thomas de Quincey (Greenheys, Manchester 1785-Edimburgo 1859). Scrittore inglese che deve la suafama agli scritti autobiografici Confessions ofan english opium eater (1821), al paradossale saggio Murder considered as one ofthe Fine Arts (1827) e agli Suspiria de profundis (1845). La fortuna di De Quincey è in parte dovuta a Baudelaire che lo ha tradotto e assimilato in più momenti della sua opera.150AISPI. La lettera futurista di Joan Salvat-Papasseit.

La lettera futurista di Joan Salvat-PapasseitE per concludere il rapido excursus sul brano appena analizzato, vorrei aggiungeredove risiedono, a mio avviso, le note più salienti e l'originalità del testo salvatiano. Lospiccato tono autobiografico (caratteristica anche di tutta la sua opera poetica e non) si avvantaggia qui dell'uso sapiente del codice epistolare.La lettera stabilisce subito una sortad'intimità in cui il mittente «confida» al destinatario un messaggio che dovrebbe restareprivato, ma che giustamente, per la sua qualità o modalità di scrittura, è suscettibile ad esser eletto da altri destinatali. La contraddizione tra lo statuto di privatizzazione della lettera e l'utilizzazione ambigua che Salvat ne fa, proponendola in previsione alla pubblicazione della sua prima opera poetica, sono rivelataci di una notevole capacità strategica. Il ricorso al modulo epistolare nella prefazione, risponde a una forma agevole per sottrarsiall'obbligo di una presentazione o prologo. Di fatto Salvat, non che non avesse la presentazione, ma era grafica, non scritta, quella dei suoi amici, i pittori Torres-García e Barradas(27). Non sappiamo se questo testo è nato dalla carenza di un prefattore o fu invece la soluzione di un compiaciuto atteggiamento di autorappresentarsi insieme ai propri programmi.Ad ogni modo il risultato è a tutto vantaggio di Salvat perché la duplice funzionalità dellaprefazione (28) permette al poeta una doppia funzione: quella della contaminazione dei generi, dalla falsa lettera al pseudo manifesto, e quella di prendersi gioco di noi destinatarilettori proponendo un testo di dottrina in chiave ironica. Il che è una sfida.(27) Come si evidenzia nel colophon di Pomes en ondes hemianes, J. Torres-García (Montevideo 18741949) e R.P. Barradas (Montevideo 1890-1926) avevano riunito per l'edizione della raccolta, il primo "una copertina più cinque disegni all'inchiostro di china", e il secondo, "un ritratto dell'autore". Per ulteriori notizie sulla vitae le opere dei due artisti, rimando al mio J. Salvat-Papasseit, Poesie futuriste, cit. note 18-19, pp. 87-88.(28) Adotto il concetto di finzionalità dell'accezione datagli da G. Genette in Soglie, Torino 1988. PP. 275-276.151AISPI. La lettera futurista di Joan Salvat-Papasseit.

Ana María Saludes I AmatAPÉNDICELLETRA D'ITALIAAmie Millàs-Raurell:Prampolini ha fet trossos la munifica vesta de Beatriu (de Giovanni Dupré). (1)Siena s'es commoguda. A Florencia - per via sense fils - la dissort hi és vinguda aixi mateix:els plecs del monument a Ferrari-Corbelli són desapareguts. Les pubilles, totes núes, s'hanposat a cantar com diables una caneó infernal. Suara he arribat jo. A "Valori Plastici", esdiu: Giovanni Papini ha enviat per correu a Marx Bekman (2) un xop cervesa Pilsen. (// miofuturismo). - Ara no ho féssiu córrer, que els de "Noi" non s'ho poden acabar.Aqui a roma es murmura que per a comprendre En Foix de Sarria hom deu llegir a Sófoclesprimer. La Laieta ha plorat, car haurà de tornar a comentar pel Narro. perqué no el sap llegir.Didac Ruiz, a Mòdena (ens ho ha fet saber Antonino Foschini), ha escrit que la flasfèmia ésla rosa de foc de la virtut. Per aquest expedient Prampolini ha sortit de la presso.- M. giobbe ha esgrafiat una testa de Ruiz. - Giuseppe Ravegnani ha manat a Strawinskyque en fes la partitura: ha comprai els pentagrames a Gerald de Tyrwitt. Tot això no està bé,ja ho saps, però jo en enterar-me'n he enviat un telegrama a En V. Solé de Sojo. Que en tregui eli l'entrellat.- En Carrà i en Soffici s'han canviat una tela. Es la darrera nova que he sabut.Lettera dall'ItaliaCaro Millàs-Raurell:Prampolini ha fatto a pezzi la sontuosa veste di Beatrice (di Giovanni Duprè)(1). Siena è rimasta sconvolta. A Firenze - per una via senza fili - la sventura è così arrivata:le pieghe del monumento a Ferrari Corbelli sono scomparse. Le ragazze, nude, si sono messe a cantare come diavolesse una canzone infernale. A questo punto sono arrivato io.A "Valori Plastici", si dice: Giovanni Papini ha inviato per posta a Marx Bekman (2) ungotto di birra Pilsen (// mio futurismo). - Ora, non ditelo in giro che quelli di "Noi" non cipossono credere.Qui a Roma si mormora che, per capire Foix di Sarrià bisogna prima leggere Sofocle, Laieta ha pianto perché dovrà ricominciare dal Narro. giacché non lo sa leggere.Didac Ruiz, a Modena (ce l'ha fatto sapere Antonino Foschini), ha scritto che la bestemmiaè la rosa di fuoco della virtù. Grazie a questo espediente Prampolini è uscito di prigione.- M. Giobbe ha graffiato una testa di Ruiz. - Giuseppe Ravegnani ha ordinato a Strawinskyche ne facesse lo spartito: ha comperato i pentagrammi da Gerald de Tyrwitt. Tutto questonon va bene, lo capisci, ma io appena l'ho saputo ho inviato un telegramma a V. Solé deSojo. Che sbrogli lui la matassa.Carrà e Soffici si sono scambiati una tela. È l'ultima notizia che ho.( 1 ) S/c. Giovanni Duprè.(2) Sic. Max Beckmann.152AISPI. La lettera futurista di Joan Salvat-Papasseit.

La lettera futurista di Joan Salvat-Papasseit La Lettera dall'Italia (9), di fatto è una pseudo lettera in cui, tramite la struttura epistolare, Salvat-Papasseit redige quasi un manifesto della propria poetica. In realtà Salvat era autore di ben altri due manifesti (10), quindi non esita a proporne un terzo a modo di prologo o presenta-